Sono sempre di più le imprese del nostro paese che vedono negli Emirati Arabi, una concreta possibilità di crescita e di sviluppo del proprio fatturato. Tra essi Abu Dhabi è una delle economie più promettenti. Nel cammino delle aziende che decidono di affacciarsi su questo mercato, importante è il lavoro di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano: «Ad Abu Dhabi – spiega Andrea Bonalumi, manager della società – offriamo assistenza e accompagnamento alle imprese che intendono sviluppare il proprio business. Diamo un supporto concreto alle imprese italiane garantendo sostegno sia nella fase preliminare di ricerca partner, sia in quella di assistenza burocratica e operativa».
Quante sono le imprese italiane negli Emirati Arabi Uniti?
«La presenza imprenditoriale italiana è piuttosto numerosa e molto qualificata. In base a recenti statistiche, più di 300mila imprese straniere hanno stabilito la propria sede operativa o avviato un’attività negli Emirati Arabi Uniti, di queste, circa 300 sono società italiane che operano direttamente, tramite agenti o con partnership con distributori locali».
Quali sono le opportunità che lo scenario commerciale può offrire alle nostre imprese attualmente?
«I dati degli ultimi anni evidenziano come in alcuni settori le opportunità per le imprese italiane sono realmente importanti, grazie a trend in costante e continua crescita. Nei primi nove mesi del 2013, il settore della gioielleria ha fatto registrare indici di crescita di circa +45% rispetto al 2011, seguito da computer ed elettronica (+41,34%) e metalli e lavorati (+29,65%). Se analizziamo in termini assoluti, il settore dei macchinari e strumentazioni ha registrato il più alto volume di export, con quasi 1,4 miliardi di euro (+3,73% rispetto al 2011). Questi dati si inseriscono in un contesto generale nel quale le nostre esportazioni italiane verso gli Emirati, nei primi nove mesi del 2013, sono cresciute del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2012, per un valore di oltre 4 miliardi di euro. Questo dato rafforza ulteriormente la posizione degli Emirati Arabi quale primo mercato di sbocco per le nostre imprese nell’intero mondo arabo».
In che modo Promos accompagna le imprese nel percorso di internazionalizzazione in questo mercato?
«Promos offre assistenza e accompagnamento alle imprese che intendono sviluppare il proprio business oltre i confini nazionali. La nostra sede di Abu Dhabi (uno dei 10 uffici esteri di Promos) offre un supporto concreto alle imprese italiane sia nella ricerca di partner che nell’assistenza burocratica e operativa. Oltre a questo, Promos organizza missioni imprenditoriali, partecipazioni alle principali fiere di quest’area, come l’Index Dubai 2014 che si svolgerà dal 19 al 22 maggio, e percorsi di formazione ad hoc, grazie al Nuovo Istituto di Business Internazionale (Nibi), attraverso cui formiamo manager, consulenti e imprenditori garantendo un inquadramento sui fondamenti economici, geografici e socio-culturali dell’area, oltre a un’analisi puntuale con approfondimenti pratici sulle dinamiche e i fattori determinanti per le attività commerciali e produttive in loco».
Quali sono gli aspetti legali e fiscali e i vantaggi delle free zone emiratine?
«Le free zone sono state create per facilitare gli investimenti stranieri. Ciò fa sì che le procedure per insediarsi in queste aree sono relativamente semplici e immediate. Oggi esistono più di trenta free zone all’interno del territorio degli Emirati; alcune consentono lo svolgimento di qualsiasi attività economica o commerciale, altre permettono invece lo svolgimento solo di determinate attività economiche. I vantaggi di insediarsi in una zona franca sono soprattutto per le aziende che hanno l’obiettivo di spostare la produzione o la base distributiva negli Emirati e il cui giro d’affari è destinato ad aree limitrofe: Medio Oriente, subcontinente indiano e Cina. Per favorire l’insediamento di attività straniere nelle free zone vengono concessi vari incentivi: il 100% della proprietà dell’attività in capo allo straniero, nessuna tassa sul reddito personale o sulle plusvalenze, nessuna tassa sulle operazioni societarie per un determinato periodo – variabile a seconda della free zone, ma di norma non inferiore a 15 anni – e l’esenzione dai dazi d’importazione e di esportazione».