L’Italia sta facendo passi avanti sulla strada dell’innovazione digitale. Il primo grande passo scatterà il 15 novembre, quando per la prima volta i cittadini potranno scaricare i certificati anagrafici online in maniera autonoma e gratuita. Basterà accedere al sito dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) del ministero dell’Interno per scaricare, per sé o per un componente della propria famiglia, 14 tipi di certificati dal proprio computer «dallo stato civile alla nascita fino al matrimonio, senza nemmeno pagare il bollo, che in qualche caso arriva fino a 16 euro», sottolinea il ministro per l’Innovazione tecnologica e transizione digitale (Mitd) Vittorio Colao. «Liberiamo il tempo delle persone e di chi lavora. Con la ministra dell’Interno Lamorgese diamo un segnale al Paese che non è più tempo di scetticismi, le cose si possono e si debbono fare», ha dichiarato il ministro al Corriere della Sera il 29 ottobre scorso. A oggi sono 24 milioni le carte d’identità elettroniche rilasciate, e 25 milioni di italiani che usano lo Spid, l’identità digitale. Sono oltre 1,1 milioni le persone che, a ottobre, hanno utilizzato il portale Anpr per controllare le proprie informazioni o aggiornarle, richiedere le autocertificazioni o formulare richieste di rettifica, accedendo con l’identità digitale (Spid, Carta di identità elettronica, Carta nazionale dei servizi).

 

 

Italia digitale 2026, le opportunità del Pnrr

 

 

Facciamo un passo indietro. Il 27 per cento delle risorse totali del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono dedicate alla transizione digitale. Due gli assi di intervento: il primo riguarda le infrastrutture digitali e la connettività a banda ultra larga. Il secondo riguarda tutti quegli interventi volti a trasformare la Pubblica amministrazione in chiave digitale.

Il Pnrr mira a portare l’Italia nel gruppo di testa in Europa entro il 2026 attraverso cinque obiettivi: innanzitutto diffondere l’identità digitale, assicurando che venga utilizzata dal 70 per cento della popolazione (il doppio rispetto a oggi); poi aumentare le competenze con il 70 per cento della popolazione che dovrà essere digitalmente abile. Terzo obiettivo è portare circa il 75 per cento delle Pa italiane a utilizzare servizi in cloud. Almeno l’80 per cento dei servizi pubblici essenziali sarà erogato on line. In collaborazione con gli operatori di mercato e il Mise, il 100 per cento delle famiglie e delle imprese italiane disporrà di reti a banda ultra-larga. «Grazie ai fondi del Recovery Fund abbiamo la grande opportunità di cambiare il rapporto di fiducia tra cittadini e Pubblica amministrazione, dimostrando che lo Stato può essere un supporto e non un ostacolo per una maggiore produttività», ha dichiarato Colao.

 

Fibra ottica e 5G, l’Italia sempre più connessa

 

Il piano “Italia a 1 Giga” è uno dei sette interventi previsti dalla Strategia in attuazione del Pnrr. L’obiettivo del governo è realizzare infrastrutture a banda ultralarga che garantiscano una velocità in download di almeno 1 Gbps e 200 Mbps in upload su tutto il territorio nazionale. In particolare, la connessione a banda ultralarga verrà portata nelle abitazioni che non sono raggiunte (e non saranno entro 5 anni) da reti con velocità in download di almeno 300 Mbps. Il modello di intervento sarà di tipo “a incentivo”, quindi le aziende completeranno la copertura mediante l’impiego delle risorse del Pnrr. La scelta dei soggetti che dovranno realizzare le infrastrutture verrà effettuata tramite bandi di gara. Nel corso dell’intervista al Corriere, Vittorio Colao ha aggiornato sullo stato dei lavori per la copertura dell’Italia con la fibra ottica: A gennaio partiranno le gare per collegare 6,2 milioni di case con la fibra. E qualche settimana dopo le gare per sostenere e accelerare il 5G. Si potrà lavorare in videoconferenza da zone remote, con il 5G dai treni ma anche digitalizzare l’agricoltura o piccoli stabilimenti e laboratori». Fondamentale in questo senso la sinergia tra pubblico e privato. «Una volta stabilite le regole e il metodo tutto è più semplice. Certo solo per la fibra ottica, sul quale lo Stato ha pronti 4 miliardi da investire, significherà creare 10-15 mila posti di lavoro che dovranno concretamente posare e giuntare i cavi. Si tratterà di avere personale preparato. E nei bandi vorremmo privilegiare gli operatori che si saranno portati avanti in termini di formazione». Il Comitato Interministeriale per la transizione digitale, presieduto dal ministro Colao, ha inoltre dato mandato a Infratel Italia di avviare la nuova mappatura delle aree bianche, di pubblicare il bando di gara per il Piano isole minori entro novembre e di vigilare sul rispetto dei tempi del Piano Scuole e di tutti i Piani in corso, in coerenza con i tempi previsti nel Pnrr.

 

Intelligenza artificiale e sanità digitale

 

Sarà presto presentato il Programma strategico nazionale per l’intelligenza artificiale, realizzato dai ministeri della Ricerca, dello Sviluppo economico e dell’Innovazione tecnologica con il supporto del gruppo di esperti in materia. La strategia, che recepisce le indicazioni del Piano coordinato della Commissione europea, segnala priorità di policy e investimento nei settori della ricerca pura, ricerca applicata, formazione e applicazioni commerciali e per la Pubblica amministrazione.

Sul versante della sanità digitale, il Comitato ha approvato il piano operativo del Fascicolo sanitario elettronico (Fse), che prevede: l’avvio nel breve termine di un programma pilota in collaborazione con 7 Regioni (Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, e Puglia), una nuova architettura informativa e un’accelerazione per realizzare l’Anagrafe nazionale degli assistiti. Approvati anche la governance e l’approccio di investimento sulla telemedicina. L’investimento del Pnrr vuole promuovere e finanziare lo sviluppo di una piattaforma nazionale abilitante e la diffusione di nuovi progetti e soluzioni innovative all’interno dei sistemi sanitari regionali. «Abbiamo una situazione disomogenea: una parte del Paese è più avanti persino rispetto ad alcune nazioni europee, un’altra arranca. E il tema è fare in modo che le regioni più lente accelerino per raggiungere quelle più avanti», ha concluso il ministro Colao.